Socializzazione estrema

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Sin78
view post Posted on 16/4/2008, 16:24




Quella mattina mi ritrovai a vagare per la città in cerca di qualcuno che mi prendesse a calci in culo.

La vita in quell'ultimo periodo me ne aveva dati così tanti che andarseli a cercare sarebbe stato un modo come un altro per esorcizzare la sfiga che da tempo mi perseguitava.La città aveva conservato parte del calore del giorno prima, ed il sole era già pronto a lanciare il suo fuoco su di essa.

Lungo il marciapiede, mi ritrovai a costeggiare una graziosa villetta, con un bel giardino ed un grande abete nel mezzo. Proseguii lungo il perimetro di quella casa, quando da dietro una siepe mi apparve un grosso omone intento ad annaffiare un piccolo orto. Indossava una canotta sudata e un paio di pantaloncini blu di una misura più grande ed ai piedi due enormi ciabatte dalle quali fuoriuscivano unghie luride nere. Certo, se mi avesse preso a calci con quelle due chiatte che aveva al posto dei piedi, le mie emorroidi sarebbero schizzate direttamente al posto della gola e viceversa. Ciononostante mi fermai proprio davanti a lui.

Il suo sguardo torvo era fisso su di me, sentivo che anche lui aveva molte cose da sfogare e non aspettava altro che qualcuno su cui esplodere. Continuammo a fissarci per interminabili secondi, mentre l'acqua che usciva dalla canna che teneva in mano aveva formato una pozzanghera davanti a sé. La mia espressione era serena, tuttavia non tralasciai di osservare la robustezza delle sbarre con cui era fatta la cinta. Non so il motivo per il quale a volte riuscivo ad irritare la gente con la sola mia presenza, e questa era una di quelle.Quel bestione più mi fissava e più si incupiva, una vena cominciava a gonfiarsi sul quel collo taurino e le mani stringersi in pugni fino a quasi a fermare il flusso dell'acqua. Ormai era pronto, bastava solo accendere la miccia, volevo veder correre quell'orso dentro quella gabbia che, probabilmente, aveva trascorso tutta la vita per costruirsi. Continuai a guardarlo tranquillamente. Sentivo tutta la sua irritazione crescere, come un fiume che sta per rompere gli argini, ma costui più che gli argini si preparava a rompermi le ossa.

Infine, da quella bocca, per metà nascosta da enormi baffoni, a denti stretti grugnì

:"Che cazzo hai da guardare?".

Riprese ad agitare nervosamente la canna davanti a sé, continuando a mantenere incollato su di me il suo bieco sguardo. Le frustate d'acqua ripresero a dissetare quegli ortaggi, percepivo che anche loro ce l'avevano con me, soprattutto alcuni ciuffi d'insalata che stavano annegando nella pozzanghera. Cercai complicità nell'indifferenza del grande abete, ma niente da fare, però ricevetti solidarietà dalle sbarre che si frapponevano tra noi, così, con voce scimmiottante dissi:

"Sei proprio un grazioso orsacchiotto, dovresti solo sorridere un po' di più!".

Gli argini si ruppero. Incitato dagli ortaggi e dall'abete mi puntò contro il getto d'acqua, che cercai subito di schivare.

"Levati dai coglioni!" Ruggì. I suoi occhi erano carichi di odio, che aumentò ancora di più quando, cercando di avanzare verso il recinto, un piede gli affondò nel fango. Le piantine lo supplicarono di non andare oltre, mentre io cominciai ad incitarlo: "Forza, grande orso, sfoga tutta la tua rabbuia!".

Continuai a danzare sul marciapiede, ma oramai ero zuppo d'acqua, se quella fosse stata la canna di un fucile, quale gioia avrebbe provato quel panzone nello spararmi addosso. Notai alcuni passanti all'altro lato della strada che avevano pensato di osservare la scena da lontano. Mi chiesi se anche le loro vite le osservavano da lontano, ma non ebbi molto tempo per continuare con questo tipo di riflessioni, quando vidi l'omone infuriato dirigersi verso un badile appoggiato alla fontanella.

Per un attimo fui tentato di scappare, poi decisi di rimanere, volevo vedere fino a che punto la faccenda fosse arrivata.Forse ero in procinto di farmi un nuovo amico, ma, vedere quel badile che si avvicinava al cancello brandito da quell'enorme massa di carne, non era certo il presupposto migliore.

"Adesso ti apro il culo!" Ringhiò, mentre armeggiava nervosamente con l'uscio.

"Ehi, calmati ora!"Dissi.

"Calma un cazzo!" Replicò, avanzando con fare minaccioso.

Percepii il ghigno di scherno delle piantine, la continua indifferenza dell'abete e la recinzione andava via via dissolvendosi, intanto uno schiacciasassi avanzava verso di me.

La piccola folla che si era creata sul marciapiede opposto, ci fissava immobile.Lla mia fine, ormai prossima, era per loro un modo per rompere la monotonia di un'altra grigia giornata, e del nuovo materiale su cui discutere, al bar con gli amici.

L'energumeno mi era addosso. Riuscii a schivare una badilata che finì contro la cinta, poi un'altra e poi ancora un'altra. Continuai a saltellare ed indietreggiare, poi mi feci coraggio e gli urlai:

"Fermati! Guarda laggiù!"Dissi indicandogli il piccolo assembramento che ci osservava.

L'orsacchiotto si fermò. Eravamo entrambi lordi di sudore, acqua e fango poi si girò verso la folla, emise uno sbuffo dal naso come se fosse un toro inferocito quindi ululò:

"Che cazzo avete da guardare razza di rottinculo!". Poi alzò il badile in direzione di quella folla che prese subito a disperdersi.

"Coraggio, datti una calmata". Lo esortai.

Si voltò verso di me, da sotto quei enormi baffoni sembrava che spuntasse un debole sorriso. Eravamo entrambi lordi di sudore e fango, e i piedi di lui più neri che mai.

"Mi chiamo Nico". Dissi, allungandogli una mano. Lui per un attimo tornò serio e diffidente, poi, pulitosi la mano sui pantaloncini zozzi, me la porse a sua volta.

"Alicio, ma chiamami Al, e non ridere". Il suo sguardo era fisso su di me, ma nonostante ciò non potei fare a meno di accennare un sorriso, poi continuò:

"Sei nuovo di queste parti, non ti ho mai visto prima"

"Sì, ho preso in affitto uno scantinato pochi mesi fa a due isolati da qui.". Risposi pigramente.

Il sole era ormai alto, e cominciava a dare il peggio di sé avvolgendo la città con la sua calura e trasformando le strade ed i muri in vere e propie bolgie infernali. Restammo per qualche istante in silenzio appoggiati alla cinta. Sembravamo due straccioni, ed io in quel periodo lo ero, in una certa misura davvero.

"Bene, caro il mio attaccabrighe, vado a darmi una sistemata." Disse Al, andando verso il cancello trascinandosi il badile e quel grosso culone che aveva.

"Ci vediamo in giro" Aggiunse.

"Contaci!". Risposi seguendolo con lo sguardo mentre si dirigeva verso l'ingresso. Percepii anche l'espressione schifata degli ortaggi che si erano salvati dalle acque: che si fottano gli ortaggi, mi ero fatto un nuovo amico, e questo mi bastava.
 
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Ruffo Fashion Style
view post Posted on 16/4/2008, 16:37




Ma non sono le 4 e mezza, che cazzo scrivi? :lol:
 
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Sin78
view post Posted on 16/4/2008, 16:39




l'ho cominciato stanotte infatti...ma poi avevo sonno :LOL2:
 
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battle man
view post Posted on 16/4/2008, 16:56




:bks:

sei un rimastone :was:
 
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eugol
view post Posted on 16/4/2008, 21:49




:boiate:

sin for president! XD
 
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MixioIX
view post Posted on 17/4/2008, 11:47




sin,esisteranno veramente burini del genere in una città pallosa e monotona come Mantova?XD
 
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Sin78
view post Posted on 17/4/2008, 12:47




c'è pieno fidati! anche se preferisco le ambientazioni californiane...alla fante o bukowsky
 
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6 replies since 16/4/2008, 16:24   94 views
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